Come detto in un articolo precedente ho ripreso a disegnare per appagare il mio stato d’animo provato da sofferenze.
Usare colori, matite non erano abbastanza soddisfacenti.
Ogni giorno “cercavo” qualcosa di nuovo.
Unire ad esempio colori di natura diversa, usare le mani, stuzzicadenti, cartoncini, spaghi invece dei pennelli.
In uno dei miei tanti momenti in cui riflettevo a questo, senza nemmeno rendermene conto, ho iniziato a giocare nervosamente con il mio accendino ed ho appiccato il fuoco all’involucro plastico del mio pacchetto di sigarette all’interno del posacenere.
Osservavo la potenza di quella piccola fiamma trasformare e contorcere la plastica che assumeva di continuo forme diverse fino a… sparire!
Il fuoco, se non domato distrugge ma se usato con cautela da “vita” ad altri oggetti, ho pensato.
Da quel giorno la fiamma è diventata il mio pennello.
La sensazione di generare qualcosa da materiali che altrimenti andrebbero buttati mi da’ una forte carica vitale.
L a mia autostima ne ha giovato come pure il mio cervello costantemente in allenamento e ogni opera sono una sfida con me stessa nel cercare nuovi materiali e tecniche da mettere insieme il tutto accompagnato dalla mia “fedele” fiamma.
Questo mi ha portato a lavorare con dovute precauzioni indossando una maschera per respirare, un po’ un controsenso se penso che da quando “ho scoperto il fuoco” ancora, purtroppo, non ho abbandonato il mio accendino!